• 15 Gennaio 2025

800.000€ PER L’INSERIMENTO SOCIOLAVORATIVO DEI DETENUTI, MA CHI CI GUADAGNA DAVVERO?

800.000€ PER L’INSERIMENTO SOCIOLAVORATIVO DEI DETENUTI, MA CHI CI GUADAGNA DAVVERO?

800.000€ PER L’INSERIMENTO SOCIOLAVORATIVO DEI DETENUTI, MA CHI CI GUADAGNA DAVVERO? 150 150 Il Guerriero Dissidente

Il consigliere Manfrin ha discusso, nella seduta del 14 e 15 gennaio, una interpellanza relativa ad un progetto finanziato con ingenti risorse pubbliche, in parte statali, in parte regionali, ed in teoria destinato all’inserimento lavorativo dei detenuti per tre anni.

L’iniziativa

Come esposto dal capogruppo della Lega, dai documenti esaminati si evidenzia come “Nella pratica, nel progetto, la stragrande maggioranza dei soldi non va ai detenuti o ai progetti, bensì alle decine di consulenze predisposte dalle solite “caritatevoli” cooperative politicamente orientate”.

Curioso scoprire, infatti”, prosegue Manfrin, “nelle pieghe del progetto, che se a lavorare, in tre anni, saranno 13 detenuti in tutto, e per pochi mesi, per compensi che non potranno superare i 500€ al mese, sono previste, e ben pagate, le seguenti figure:

  • Mediatori culturali (perché i criminali sono in gran parte stranieri) 1500 ore;
  • Consulenti immigrazione (per regolarizzare i criminali stranieri e magari tenerli sul nostro territorio) 950 ore;
  • Consulente legale (non si sa quale qualifica abbia) 35 ore;
  • Coordinatore (perché il capo ci deve tirare fuori lo stipendio) 1700 ore;
    Insomma, detenuti lavoratori pochi, ma impiegati delle cooperative tanti, per tante ore e ben pagati!

In tutto questo i pochi soldi che le caritatevoli cooperative dovranno sborsare per la partecipazione alla coprogettazione, a cui hanno partecipato come unici soggetti e che hanno ottenuto una valutazione bassissima per la loro proposta, ma erano gli unici ed hanno vinto lo stesso, ovvero 8.000 euro, verranno utilizzati per un non meglio specificato “volontariato” (ma il volontariato non era gratuito?)

L’attacco ai gestori del progetto

A corollario di tutto questo” ha proseguito il consigliere, “c’è un’altra questione centrale che riguarda le incompatibilità: oltre a tutti i soggetti partecipanti, chi ha compiuto queste verifiche, ha valutato anche la sua posizione? Siamo sicuri che non esistano legami di parentela tali da rappresentare un conflitto di interesse fra chi lavora gli atti a livello amministrativo ed i soggetti che “vincono” i bandi?”.

Insomma, per Andrea Manfrin si è solo scalfita la superficie, c’è ancora molto da scavare e da scoprire e siamo sicuri che la vicenda non si chiude qui.